IL SEGNO DEL 25 MARZO 1999
CONSIDERAZIONI CIRCA L’ULTIMA APPARIZIONE DELLA B. V. MARIA DI BELPASSO ALLA LUCE DELLA SOLENNITÀ DELL’ANNUNCIAZIONE
SULLO SFONDO DELL’ATTUALE PERIODO STORICO
Il 25 marzo scorso ricorreva il nono anniversario dell’ultima apparizione di Nostra Signora di Belpasso (25 marzo 1999, solennità dell’Annunciazione). In conformità ai tempi liturgici dell’anno in corso, che in coincidenza con la settimana dopo Pasqua posticipa la solennità dell’Annunciazione il 31 marzo, vogliamo ricordare l’anniversario in concomitanza con tale solennità, presentando qualche breve considerazione sullo sfondo degli avvenimenti del nostro tempo e alla luce della celebrazione liturgica dell’Annunciazione.
Il 1 maggio 1988 la Ss. Vergine promise quest’ultima apparizione con toccanti e sorprendenti parole: "Accadranno molti eventi spiacevoli, per ogni famiglia, per ogni città, per ogni nazione, per il mondo intero. Questo perché molti si adageranno di nuovo e si dimenticheranno di Dio e delle sue leggi. La Chiesa avrà molto da soffrire. Ma prima che tutto questo accada ti avvertirò in modo che tu possa dirlo a tutti. Sarà questo il segno tangibile delle mie apparizioni ed è più importante dei segni nel cielo per la sua gravità".
Con l’apparizione del 25 marzo 1999 la promessa fu adempiuta; essa avvenne in concomitanza con l’inizio della guerra in Kosovo (24 marzo 1999), caratterizzata da forti contrapposizioni di tipo etnico-religioso (nella fattispecie tra genti di origine serba e di credo cristiano e genti di origine albanese e di religione islamica).
In coincidenza con questa guerra, da quanto si è poi compreso, la Ss. Vergine di Belpasso apparendo ha voluto tracciare una linea guida perché potessimo saper leggere e quindi attraversare con sapiente spirito cristiano tutti gli altri eventi storici di medesima natura che si sarebbero svolti da lì a pochi anni. Si vedano, per esempio, gli attentati dell’11 settembre 2001, la conseguente guerra in Afghanistan e quella in Iraq scoppiata il 19 marzo 2003, i vari attentati avvenuti in queste e in altre zone del Medio Oriente, le ritorsioni intestine in Terra Santa, gli attentati ai soldati italiani del 12 novembre 2003 a Nassiriya, e poi l’attentato in Spagna dell’11 marzo 2004, quello in Inghilterra del 7 luglio 2005, la lista sarebbe interminabile. Sembra di essere dinanzi ad una sorta di persecuzione contro la pace, dove i più deboli, e nondimeno i cristiani, pagano le conseguenze più gravi. A tal proposito quanto detto finora va raffrontato con il senso complessivo di quella parte ancora segreta del Messaggio di Belpasso, ma di cui qualcosa è trapelata, con il permesso e la supervisione del Padre Spirituale di Rosario Toscano, diretto ma – si faccia attenzione – non unico destinatario del messaggio, nella recente pubblicazione Il messaggio della Beata Vergine Maria di Belpasso.
Sappiamo che i sette messaggi compresi tra la 12ª apparizione (23-11-1986) e la 18ª (1-4-1987), denunciando le strutture di peccato presenti nel mondo odierno ed evidenziandone le conseguenze, richiamano l’attenzione sul futuro prossimo dell’umanità. Rosario già dal 1999 si era premurato ad avvisare circa i pericoli incombenti a causa della strada oscura che le nazioni del mondo avevano intrapreso; egli confidò pure al suo Vescovo e al suo padre spirituale che la Ss. Vergine richiamò l’attenzione verso quella parte del mondo detta "mezzaluna fertile", oggi chiamata Medio Oriente, e gli rivelò che da questo crocevia delle tre grandi religioni monoteiste diffusesi nel mondo, per reazione a complesse strutture di peccato si sarebbero originate e propagate anche erronee ideologie, e che il desiderio di sopraffazione e prevaricazione da parte di alcuni popoli contro altri avrebbe fatto nascere e diffondere in tutto il mondo nuove inquietudini e sofferenze anche per i figli e i tesori spirituali della Chiesa.
La situazione attuale in Iraq è una chiara prova di quanto le parole della S. Vergine siano state piene di previdente sollecitudine. Riguardo all’Iraq, il teologo Battista Galvagno, ad esempio, ha scritto recentemente sul periodico religioso La Domenica: "Erano un milione e mezzo prima della guerra scatenata da Bush nel 2003; oggi i cristiani iracheni sono circa venticinquemila! Tra i frutti meno noti c’è una feroce campagna di liquidazione dei diritti religiosi e civili dei cristiani [...]. Dopo la caduta del regime, la mancanza di sicurezza è divenuta la croce quotidiana di tutti gli iracheni. I più deboli sono le prime vittime. Tra questi i cristiani, che non possono far leva su solidarietà di tipo etnico-religioso. Le violenze vanno dall’ingiunzione di abbandonare la propria casa, al pagamento di somme di denaro, dalla chiusura di negozi e chiese, all’accusa di essere collaborazionisti o infedeli. Poi ripetuti rapimenti di sacerdoti con richiesta di forti riscatti o assassini veri e propri. Poche voci si sono levate per denunciare [...]. Il vescovo ausiliare di Baghdad ha dichiarato che "La cristianità sta dormendo davanti a questa situazione... Dopo l’assassinio di Padre Raghiid Ganni e dei tre suddiaconi a Mosul (3 giugno) chi ha alzato la voce?". Dopo gli attentati dell’Epifania a Baghdad e a Mosul, il 9 gennaio sono state colpite due chiese in Kurdistan".
Non va poi dimenticato il recente rapimento e assassinio dell' Arcivescovo di Mosul, Mons. Faraj Rahho e di suoi tre collaboratori.
Con sublime semplicità, con grande premura materna e con uno sguardo che va all’essenza del dramma dell’umanità, quel 25 marzo 1999, dunque, la Madre di Dio ci ha mostrato il bandolo di un’intricata matassa, quale filo conduttore, o per meglio dire quale radice malefica di tutti quegli eventi che fino ad oggi si sono distesi dinanzi ai nostri occhi: "Molte anime percorrono un sentiero che le allontana da Dio...".
Ma un messaggio profetico che venga in nome di Dio, non consiste per sua natura nel preannunciare sventure ma piuttosto nel comunicare speranza e fornire rimedi attraverso semplici ma potenti strumenti. È la stessa Maria che lo dice: "Egli, nella sua infinita misericordia, vuole salvarle (le anime) affidandole alle cure del mio Cuore Immacolato".
Va pertanto approfondito questo appello della Madre del Signore per capire in che cosa consiste.
Facciamo un passo indietro riflettendo sul senso di questa apparizione e sulle stesse parole della B. V. Maria di Belpasso, e rapportiamole con le letture della liturgia della parola nella solennità dell’Annunciazione.
Il 1 maggio 1988 parlando della sua futura apparizione la Ss. Vergine disse:
"Ma prima che tutto questo accada ti avvertirò in modo che tu possa dirlo a tutti. Sarà questo il segno tangibile delle mie apparizioni ed è più importante dei segni nel cielo per la sua gravità [...]".
La Madre del Signore parla di "segno tangibile... più importante dei segni nel cielo per la sua gravità". Già questo dovrebbe farci riflettere sul significato di "segno". L’uso di questa espressione fa ricordare il passo del Libro del profeta Isaia (Is 7,10-14) nella celebrazione dell’Annunciazione:
"Il Signore parlò ancora ad Acaz: "Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto". Ma Acaz rispose: "Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore". Allora Isaia disse: "Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele: Dio-con-noi".
Secondo i Padri della Chiesa in questa profezia di Isaia è preconizzata la nascita di Cristo Gesù dalla Vergine Maria; ma in questo contesto vogliamo soprattutto sottolineare che l’importanza del segno è attribuita non tanto a fenomeni cosmici e mirabolanti, quanto alla nascita da una vergine di un bimbo che sarà chiamato Emmanuele, Dio-con-noi. È indicativo il fatto che Nostra Signora di Belpasso abbia scelto proprio il giorno in cui si celebra l’Annunciazione per riapparire e per dare il suo segno.
Ma il segno della B. V. Maria di Belpasso è solo il preannuncio di eventi tragici che da lì a poco tempo si sarebbero verificati? Certamente no, non solo almeno, in quanto ogni autentica profezia cristiana, come si è detto prima, consiste nel consolare, confortare, incoraggiare. Qual è allora l’autentico segno/profezia di quel 25 marzo 1999? Che cosa lo connota pienamente?
La Ss. Vergine quel giorno ci indicò il medesimo segno che profetizzò Isaia, ci indicò l’Emmanuele, il Dio-con-noi. Su questa espressione c’è molto da dire, ma in questa sede vogliamo sottolineare che, nella visione del 25 marzo ’99 in cui appare anche Gesù crocifisso, il concetto di "Dio-con-noi" vuole comunicare l’idea e il fatto che Dio, incarnandosi e avendo posto la sua dimora in mezzo a noi, ha condiviso tutta la sofferenza e il dramma dell’umanità facendosene carico fino alla morte di croce. Maria, insomma, ci ha mostrato il medesimo segno, ma ce lo ha mostrato sulla Croce, volendo significare che il Dio-con-noi è il Dio della "con-passione", il Dio che "patisce-con-noi", l’Uomo-Dio della Misericordia che si offre al Padre, che rimane con noi nell’Eucaristia; inoltre noi entrando in comunione con Lui nell’Eucaristia, diventiamo per Lui, con Lui ed in Lui un sacrificio gradito al Padre per la salvezza del mondo.
Torna a proposito, allora, la seconda lettura della celebrazione liturgica dell’Annunciazione, tratta dalla Lettera agli Ebrei (Eb 10,4-10):
"Fratelli, è impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:
Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà.
Dopo aver detto prima non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato, cose tutte che vengono offerte secondo la legge, soggiunge: Ecco, io vengo a fare la tua volontà. Con ciò stesso egli abolisce il primo sacrificio per stabilirne uno nuovo. Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre".
Non è difficile capire, dunque, come la Ss. Vergine ci abbia mostrato il rimedio e la salvezza in Cristo Gesù crocifisso e nell’Eucaristia, memoriale della sua passione e del suo sacrificio fatto una volta per sempre, segno visibile e tangibile della sua permanente presenza in mezzo a noi e della sua infinita misericordia.
Ma è pur vero che la Madre di Dio, a causa di questi tempi difficili, ci ha rivolto un importante appello per una nostra partecipazione fattiva e consapevole a questa presenza e a questa unione con Dio. Infatti, prima di mostrare il Crocifisso, ci ha mostrato quasi come tre chiavi per accedere progressivamente fino alla stanza più intima dell’unione con Dio. Allo stesso modo, appunto, in un passo di un'altra lettera (Rm 12,1-2), collegabile a quello sopra riportato, S. Paolo raccomanda:
"Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale".
Ma in che cosa consiste questa offerta di noi stessi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio, come nostro culto spirituale, che Maria ci ricorda quasi a presupposto della nostra unione con il Dio-con-noi?
Abbiamo detto che nell’apparizione del 25 marzo del ’99 la Ss. Vergine ci ha mostrato tre "chiavi".
La prima è simboleggiata da un ramoscello di ulivo diramato in due rametti di varietà diverse. Porgendolo la Ss. Vergine disse: "Ecco il segno della riconciliazione e dell’unità: è per tutti gli uomini che, riconciliandosi con il Padre per i meriti di Gesù Cristo, ritroveranno nel vincolo dell’Amore la pace di Dio".
È un richiamo alla conversione permanente alla sacralità della vita, al rispetto del prossimo e al rispetto di Dio, ed è inoltre un appello alla collaborazione nell’edificare la civiltà dell’amore e della pace tra tutte le genti a cominciare dagli ambiti della propria vita, da quelli a noi più prossimi: la famiglia, la parentela, il vicinato, il lavoro, la parrocchia, gli immigrati, i bisognosi... Rispondere a questo appello è come dare un impulso ad uno specchio d’acqua sicché le sue onde si propaghino sempre più nello spazio intorno. D’altra parte, rispondere a questo appello comporta pure una coraggiosa e serena testimonianza cristiana, vuol dire essere pronti a subire il martirio di ogni giorno, nelle malattie, nelle delusioni, nelle controversie e, se fosse necessario, anche il martirio estremo. L’ulivo è, infatti, anche il simbolo del martirio assieme alla palma, e si sa che il martirio per i cristiani è sempre fecondo.
La seconda chiave è simboleggiata dalla corona del rosario. Porgendola la Signora del Cielo disse: "Ecco il segno della preghiera: è per tutti gli uomini che, aprendo il loro cuore a Dio e meditando sulle sue parole di vita eterna, daranno frutti di carità".
È un richiamo a vivere in un continuo spirito di preghiera, tenendo presente e contemplando la parola di Dio. Spirito di preghiera da vivere anch’esso in qualunque occasione e in qualsiasi ambito della propria vita, incominciando dalla famiglia. In compagnia di Maria attraverso la preghiera restiamo in comunione con il Signore, e meditando con il S. Rosario sulla sua Parola, la Madre ci orienta continuamente a Cristo e a Lui ci unisce, fa sì che le nostre non siano opere morte, ma opere vivificate dallo Spirito. La corona del Rosario è anche simbolo di piena comunione con i fratelli della Chiesa sia in terra sia in Cielo ed è paragonabile ad un cerchio che senza soluzione di continuità converge verso il Crocefisso ed è prefigurazione della comunione dell’intera umanità nel vincolo della carità con Dio, in Cristo.
La terza chiave è simboleggiata dal Cuore della Ss. Madre. Mostrandolo così afferma: "Ecco il segno del dono di sé a Dio: è per tutti gli uomini che, uniti nel Sacrificio eucaristico alle sofferenze di Cristo, consoleranno i Sacri Cuori di Gesù e di Maria offrendo riparazione in favore della conversione di quanti sono travagliati dal peccato".
È un richiamo a vivere nello spirito del dono di sé attraverso ed in unione con Maria, e con Lei al Sacrificio di Cristo, come espiazione dei peccati e per la salvezza del mondo. Entrare nell’intimità e nella confidenza del Cuore della Madre vuol dire entrare nella parte più profonda del mistero, il Mysterium Charitatis, il Mistero dell’Amore. A questo mistero solo Maria può introdurci, poiché solo Lei ha potuto conoscere e gustare totalmente l’abisso dell’Amore di Dio. Come Maria ha donato se stessa nell’offerta che il Figlio fece di se stesso al Padre, così anche noi con Maria doniamo noi stessi in Cristo Gesù al Padre. Proprio il Cuore è il simbolo della più profonda essenza e volontà dell’uomo.
È coerente, a questo punto, legare quanto detto sinora al Vangelo dell’Annunciazione (Lc 1,26-38).
Se è vero che siamo figli di Maria secondo lo Spirito, è pure vero che dovremmo ispirarci al suo esempio e farci formare alla sua scuola. E appunto per questo la Madre del Signore ancora oggi ci rivolge il pressante e attualissimo monito: "È giunto il momento di chiedere al Santo Padre di promuovere con l’ausilio di tutti i Vescovi una speciale consacrazione delle famiglie al mio Cuore Immacolato e, per esso, al Sacro Cuore del Signore Gesù, e così di quella delle parrocchie e di tutte le diocesi del mondo, secondo la volontà espressa da nostro Signore. Molte anime percorrono un sentiero che le allontana da Dio, ma Egli, nella sua infinita misericordia, vuole salvarle affidandole alle cure del Mio Cuore Immacolato".
L’angelo rivolgendosi a Maria disse: "Hai trovato grazia presso Dio".
Oggi il mondo cristiano, invece, vive lontano dalla grazia di Dio, in una sorta di tiepidezza spirituale inusitata. Persino gli stessi Europei che nella loro bandiera hanno il simbolo delle dodici stelle su campo blu, che il disegnatore cattolico francese Arsène Heitz ideò ispirandosi alla Donna coronata di dodici stelle descritta nell’Apocalisse, oggi rinnegano le loro radici giudeo-cristiane, nonostante le insistenze degli ultimi due Pontefici. L’Unione Europea, per di più, apre le porte da una parte a un’indiscriminata tolleranza anche verso quelle confessioni religiose, intrise di un fanatico fondamentalismo, tali che indottrinano e incitano i loro adepti alla più spietata violenza, dall’altra cede e acconsente ad uno sfrenato e cieco laicismo che pratica la cultura della morte sotto tutti gli aspetti e il degrado morale della società, al punto tale da minarla sin dalle sue essenziali radici, cioè dalla famiglia.
La Madre celeste, stando presso Gesù Crocifisso ed "Eucaristico", nell’Ostia stillante gocce di sangue e acqua che si riversano sul mondo ci fa vedere come la nostra unione con Cristo, che nell’Eucaristia pregustiamo come pegno di gloria futura, dà senso alle nostre sofferenze, alla nostra oblazione quotidiana, in quanto nel Sangue versato di Cristo troviamo il nostro riscatto, troviamo grazia presso Dio per noi stessi e per i nostri fratelli che ancora non conoscono il vero volto del Dio-Amore.
L’angelo assicura a Maria: "Il suo regno non avrà fine".
Il regno di Cristo, proprio perché è il Dio della vita, non ha fine, non è caduco, non porta celate in sé le brutture del peccato e della morte definitiva, ma porta con sé le promesse fatte ai padri e alla loro discendenza, una promessa di imperitura felicità e di pace in Cristo.
L’angelo annuncia a Maria: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo".
L’espressione ricorda la nube luminosa, segno della presenza e della potenza protettrice e creatrice di Dio. A questa immagine si può ricollegare l’apparizione del 25 marzo laddove, subito dopo la visione del Crocifisso e dell’Eucaristia, tante piccole fiammelle scendevano dall’alto e avvolgevano tutto lo spazio intorno. Ciò vuol significare che lo Spirito scendendo ancora sui suoi figli, vuole abbracciare con la sua potenza divina d’amore la sua creazione, trasformarla e rinnovarla.
L’angelo proclama: "Nulla è impossibile a Dio!".
Anche sulla scorta di queste parole si può far correre il pensiero all’apparizione del 25 marzo ’99, quando alla fine una voce possente diceva: "Salvezza e santità!". Solo l’amore di Dio ha il potere esclusivo di salvare e di rendere sacro, inviolabile, incorruttibile ciò che è suo, purché liberamente ci si è donati a Lui.
Da qui la necessità di accogliere l’Amore che dimora pienamente e perfettamente nei SS. Cuori di Gesù e di Maria, veri ed unici "luoghi" spirituali di profonda contemplazione e assimilazione del Mysterium Charitatis: donandosi all’Amore di Dio che ci consacra, cioè ci fa salvi e santi, noi possiamo esser certi di aver posto la nostra vita e il nostro futuro nelle mani migliori. È il grande e intramontabile insegnamento di Maria: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto!".
La redazione del sito www.rocciadibelpasso.it